FAQ di
Statica, meccanica, antisismica, etc – PARETI
Le pareti in gesso rivestito Knauf possono raggiungere altezze notevoli, anche oltre i 10 m, previo opportuno dimensionamento della struttura metallica (spessore dell’acciaio del profilo montante, sezione del profilo ed interasse tra profilo e profilo). Per calcolare la struttura da realizzare si può visionare la tabella “Altezze massime di pareti” a pagina 3 della scheda tecnica “W11 – Pareti Knauf ad orditura metallica”. Per pareti più alte, consultare i tecnici Knauf che possono fornire una specifica verifica statica.
Le pareti Knauf possono essere variamente dimensionate tenendo conto dei requisiti di altezza massima, sovraccarichi orizzontali, resistenza agli urti. Per dimensionare le orditure portanti si dovrà trovare nella tabella “Altezze massime di pareti” la quota massima della parete all’interno del riquadro tipologie di pareti (W111, W112, W113, W115 e W116). Le tabelle sono realizzate conformemente alle norme italiane vigenti ed alla DIN 18183. Nel caso non si trovi la quota desiderata si prenderà a riferimento quella successiva più alta. Da questo valore si leggono in tabella lo spessore dell’acciaio, l’interasse dei profili in mm (nella colonna a sinistra) e la sezione dell’anima del profilo. Per locali affollati, si deve tener conto del D.M.LL.PP. 16/01/1996 “Norme tecniche relative ai criteri generali per la verifica della sicurezza delle costruzioni e dei carichi e sovraccarichi”; i tecnici Knauf possono fornire in proposito verifiche statiche “ad hoc”.
È possibile appendere quadri, mensole e pensili in quanto le pareti Knauf possono essere caricate fino a 40 kg per ogni metro lineare di parete. Per quanto riguarda i quadri e gli oggetti leggeri si possono utilizzare ganci e chiodini ordinari, che a seconda della loro tipologia possono portare 5, 10 e 15 kg. Per le mensole ed i pensili, la cui altezza deve essere almeno 30 cm, i fissaggi dovranno essere almeno due, distanziati di 75 cm. I tasselli idonei sono quelli ad espansione in plastica o metallo, come tasselli Tox e tasselli Molly. Per i dati specifici sulla resistenza alla strappo si consiglia di consultare pagina 15 della scheda tecnica “W11 – Pareti Knauf ad orditura metallica” dove sono indicati i diametri dei tasselli da usare ed il diagramma per determinare il numero di fissaggi nel caso le mensole ed i pensili pesino più di 40 kg/m.
Una parete in gesso rivestito tipo Knauf W112 (rivestimento con 2 lastre per lato) ha una resistenza agli urti resiste agli urti di un corpo molle con energie d’impatto di 25 kgm o da 100 kgm; le resistenze certificate, sono conformi alle norme per l’edilizia scolastica (D.M. 18/12/1975) e alla legge n. 23 (11/01/1996).
Le pareti Knauf hanno un ottimo comportamento antisismico in quanto realizzate su orditure metalliche che in caso di sisma sono in grado di deformarsi elasticamente e di riacquistare la forma originale. Inoltre, con i sistemi a secco si realizzano pareti di gran lunga più leggere (ca. 45 kg/mq) rispetto ai sistemi massivi tradizionali, caricando di meno le strutture portanti e realizzando sistemi più sicuri.
Statica, meccanica, antisismica, etc – CONTROPARETI
Con una controparete Knauf si migliorano le prestazioni acustiche e igrotermiche di pareti esistenti.
La controparete Knauf può essere realizzata con una orditura metallica, collegata a parete con degli opportuni ganci (Knauf W623) oppure scollegata dalla parete esistente (controparete detta autoportante, Knauf W 625). Il sistema che invece prevede la lastra in gesso rivestito incollata alle pareti esistente con uno stucco a base gesso viene detto intonaco a secco (Knauf W611). Se la lastra è preaccoppiata con un materiale isolante (lana minerale, polistirene espanso, polistirolo estruso) si parlerà di rivestimento isolante (Knauf W624).
Con i Sistemi a secco Knauf si realizza la miglior integrazione impiantistica in pareti e contropareti, potendo contare su intercapedini diversamente dimensionate per accogliere cavi e tubazioni, senza dover ricorrere a fastidiose ed onerose demolizioni.
Per integrare gli impianti idro-termo-sanitari all’interno delle contropareti sarà da verificare inizialmente l’ingombro degli stessi, per determinare la dimensione dell’intercapedine necessaria. Installeremo quindi gli impianti sugli appositi kit preassemblati porta-sanitari (Supporti per impianti tecnologici, Scheda tecnica Knauf MT 200/300). Tali supporti, pensati e realizzati per le pareti a secco, si fissano sui profili verticali montanti scatolati. Le lastre saranno idoneamente forate per il passaggio dei tubi di raccordo, poi avvitate alla struttura per infine agganciare i sanitari alla parete.
Per le installazioni elettriche si può fare riferimento alle indicazioni delle schede tecniche (W11 e W61). Knauf offre una serie di accessori per le installazioni elettriche sui sistemi a secco (scatole elettriche): consultare il dèpliant “Accessori per impianti elettrici”.
Statica, meccanica, antisismica, etc – CONTROSOFFITTI
Per dimensionare la struttura portante del controsoffitto è necessario calcolare il peso complessivo del controsoffitto composto da:
– peso proprio della struttura + le lastre, determinabile dal diagramma di pagina 3 della scheda tecnica “D11 -Controsoffitti Knauf”;
– carichi distribuiti (p.es. i materiali isolanti appoggiati sulla struttura);
– carichi concentrati come plafoniere, impianti e tubazioni appese al soffitto.
Il peso calcolato ricadrà all’interno di una classe di carico che consentirà, a seconda della tipologia di controsoffitto scelto, di leggere dalle tabelle in scheda tecnica le distanze tra le sospensioni e l’interasse dei profili portanti dell’orditura primaria.
E’ importante che si rispettino i dimensionamenti indicati e che le strutture, una volta installate, non vengano modificate e compromesse da fori, tagli, lavorazioni impiantistiche non realizzate con la supervisione di un professionista di Sistemi a secco.
Le quote di ribassamento del controsoffitto dal solaio variano a seconda del tipo di gancio, di orditura e di rivestimento utilizzato. Con il Sistema D111 (gancio semplice e orditura singola) si realizzano controsoffitti in aderenza all’intradosso del solaio. Con i sistemi di sospensione (tipo Knauf D112) si possono realizzare ribassamenti da 15 cm a diversi metri (in funzione della tipologia di aggancio).
E’ importante ricordare che, in funzione della prestazione finale richiesta (acustica, antincendio…), si dovrà tenere conto di specifiche prove di laboratorio che riporteranno le caratteristiche di montaggio e quindi le distanze dai solai.
È possibile appendere dei carichi al controsoffitto avendo rispettato gli interassi dell’orditura metallica ed utilizzando i tasselli adatti. Se i carichi non superano i 6 kg di peso, possono essere fissati al rivestimento per ogni luce di lastra. Un carico compreso tra i 6 ed i 10 kg dovrà essere fissato in corrispondenza dell’orditura di supporto del controsoffitto. Carichi superiori, che portano ad eccedere i limiti indicati dal metodi di dimensionamento, devono essere fissati secondo le indicazioni della scheda D11
I controsoffitti Knauf hanno un ottimo comportamento antisismico, se realizzati con gli accessori idonei. Ideale è il Sistema a pendini rigidi fissati con coppiglio, ovvero il gancio Knauf Nonius, che in abbinamento con i profili portanti Knauf C 60/25, profili più rigidi e con maggior base d’appoggio per le lastre, sono stati certificati antisismici con prove condotte presso l’Istituto Giordano nel 2003.
Acustica – Generalità
Quando in un ambiente si trova una sorgente sonora il rumore generato tende a propagarsi nei locali adiacenti ed a quelle sovra e sottostanti attraverso due principali vie di trasmissione:
– rumori trasmessi per via aerea,
– rumori trasmessi per via strutturale.
Al fine di rendere gli ambienti “acusticamente isolati” gli uni dagli altri occorre intercettare tutte le vie di passaggio del rumore.
In riferimento ai rumori aerei si definisce “Isolamento Acustico” D di un elemento costruttivo, ad esempio una partizione verticale interna, il valore, espresso in dB, definito dall’espressione:
D = L1 – L2 [dB]
dove L1 ed L2 sono i livelli sonori misurati in opera, rispettivamente nel locale disturbante ed in quello disturbato.
L’isolamento acustico offerto da un elemento costruttivo rappresenta pertanto l’effettivo comportamento e quindi l’attenuazione reale del rumore dell’elemento una volta installato in opera. Infatti il montaggio e le modalità di realizzazione ne modificano sostanzialmente il comportamento acustico cosicché si rende necessaria la misura “in situ” una volta costruito l’edificio.
La norma ISO140/IV fa riferimento al cosiddetto “Isolamento Acustico Normalizzato” Dn, ottenuto aggiungendo al valore dell’isolamento acustico un termine correttivo che tiene conto del tempo di riverberazione del locale di ricezione.
Dn = L1 – L2 + 10Log T/T0 [dB]
dove T0 è il tempo di riverberazione di riferimento pari a 0,5 s.
Il suono è una variazione della pressione nel campo in cui essa viene generata e che l’orecchio umano riesce a rilevare. I parametri fondamentali che definiscono un suono sono la pressione sonora e la frequenza.
L’udito umano è in grado di percepire variazioni della pressione, legate alla perturbazione sonora, dell’ordine di 20µPa (1 µPa = 10-6 Pa): tale variazione di pressione induce sulla membrana timpanica uno spostamento pari al diametro di un atomo.
Sorprendentemente un meccanismo tanto sensibile è in grado di ricevere variazioni della pressione un milione di volte più elevate ed utilizzando il “bar” (1 bar = 105 N/m2) ci si ritroverebbe ad avere a che fare con numeri di difficile utilizzazione.
La scala logaritmica dei decibel permette di trattare questo intervallo più agevolmente.
Il Livello di Pressione Sonora espresso in dB è dato dalla seguente formula:
Lp = 20 Log p/p0 [dB]
dove p0 è la pressione di riferimento pari a 20 µPa.
L’intervallo dei valori del livello di pressione sonora nei limiti di udibilità è compreso tra 0 – 140 dB.
In riferimento ai rumori aerei si definisce “Potere Fonoisolante” R di un elemento costruttivo, ad esempio una partizione verticale interna, il valore, espresso in dB, definito dall’espressione:
R = L1 – L2 + 10Log S/A [dB]
dove L1 ed L2 sono i livelli sonori misurati in laboratorio, rispettivamente nel locale disturbante ed in quello disturbato, S è la superficie dell’elemento considerato (m2) ed A è l’area di assorbimento acustico equivalente dell’ambiente di ricezione (m2).
La norma ISO140/III definisce le modalità di prova in laboratorio.
Il Potere Fonoisolante R è il parametro che caratterizza la capacità di un elemento costruttivo a “filtrare” i suoni che si propagano per via aerea.
R è un valore misurato in laboratorio e, a differenza dell’isolamento acustico D, misurato in opera, rappresenta una caratteristica intrinseca del componente edilizio, valutata in condizioni controllate.
Il Potere Fonoisolante di un componente edilizio è un parametro importante poiché consente di confrontare le caratteristiche acustiche di materiali anche molto diversi tra loro e quindi di scegliere la soluzione che teoricamente consente di raggiungere gli obiettivi acustici di progetto.
Quando un’onda sonora incide una superficie qualunque, la sua energia viene dissipata in parte dalla massa del materiale sotto forma di energia termica, un’altra parte passa al di là della parete e si propaga nell’ambiente confinante, ed una parte ancora viene riflessa nell’ambiente da cui essa proviene.
Il coefficiente di assorbimento acustico a di un materiale è definito come il rapporto tra l’energia acustica assorbita e l’energia acustica incidente il materiale.
a = Ea/Ei
Il coefficiente di assorbimento acustico varia tra 0 e 1 ed è funzione dell’angolo di incidenza, dalla frequenza dell’onda sonora incidente e dalla conformazione del materiale.
Di solito per i materiali vengono tabulati i valori relativi alle frequenze di 125, 250, 500, 1000, 2000, 4000 Hz. A volte ci si riferisce ad un unico coefficiente, contrassegnato con la sigla NRC (Noise Reduction Coefficient) che deriva dalla media dei coefficienti alle quattro frequenze di 250, 500, 1000 e 2000 Hz.
I materiali fonoassorbenti possono essere distinti in tre grandi categorie: materiali porosi, pannelli vibranti, i risonatori. Per tutte queste categorie vale il principio per cui il fonoassorbimento si attua mediante la trasformazione in calore di parte dell’energia sonora incidente.
Il tempo di riverberazione è definito come il tempo che trascorre dalla fine dell’emanazione sonora alla riduzione dell’intensità sonora ad un milionesimo di quella di regime. Più semplicemente si dirà che il tempo di riverberazione è dato dal tempo che impiega il suono a diminuire di 60 dB dallo spegnimento della sorgente.
Considerando un ambiente dotato di una geometria e di una distribuzione dei materiali fonoassorbenti in grado di consentire una distribuzione omogenea del suono, ne si può qualificare le caratteristiche acustiche mediante il tempo di riverberazione.
Una delle caratteristiche comuni al linguaggio sia parlato che musicale è quella di essere una successione di suoni (sillabe o note musicali) che vanno percepiti separati l’uno dall’altro per la facile intelligibilità del discorso. Una riverberazione eccessiva in una sala porta invece a confondere i suoni emessi ad un certo istante con le riflessioni dei suoni precedenti, dando luogo ad un’acustica complessivamente scadente. D’altra parte ambienti troppo poco riverberanti non consentono un’agevole diffusione dei suoni al loro interno.
Per valutare l’efficacia di una certa soluzione una volta eseguita, è necessario saper valutare anche le trasmissioni laterali che inevitabilmente si presentano quando una parete si trova a contatto con altri componenti (solai, travi, paramenti, etc.).
Le trasmissioni laterali costituiscono vie indirette di propagazione del suono attraverso le strutture dell’edificio, che incidono negativamente sul valore del Potere Fonoisolante R del componente.
La norma DIN 4109 consente di determinare analiticamente l’isolamento acustico R’w di una partizione partendo dal valore di Potere Fonisolante Rw misurato in laboratorio.
Acustica – Norme
In Italia la Legge fondamentale in acustica è la L. 30 Ottobre 1995, n.447 (Legge quadro sull’acustica). Tale legge affida a successivi decreti, leggi regionali e provvedimenti provinciali e comunali l’attuazione delle prescrizioni.
In particolare la legge stabilisce all’art.2 le linee guida per l’istituzione presso le Regioni degli albi dei tecnici competenti in acustica, i requisiti per l’iscrizione ed i loro compiti. L’art.3 stabilisce le modalità di certificazione delle caratteristiche acustiche dei prodotti, i requisiti acustici passivi degli edifici (Regolamento emanato come D.P.C.M. 05/12/1997), i criteri progettuali per le nuove costruzioni e le ristrutturazioni, le modalità di controllo e di autorizzazione edilizia e le modalità per la classificazione del territorio ai fini acustici da parte dei Comuni (Regolamento emanato come D.P.C.M. 14/11/1997).
Il D.P.C.M. 14 Novembre 1997 “Determinazione dei valori limite delle emissioni sonore” definisce i valori limite delle emissioni, i valori limite delle immissioni, i valori di attenzione ed i valori di qualità per ciascuna delle seguenti classi territoriali:
I – Aree particolarmente protette
II – Aree residenziali
III – Aree di tipo misto
IV – Aree ad intensa attività umana
V – Aree prevalentemente industriali
VI – Aree esclusivamente industriali.
Il D.P.C.M. 5 Dicembre 1997 “Requisiti acustici passivi degli edifici” fissa i requisiti acustici passivi dei componenti edilizi, ovvero l’indice di valutazione del potere fonoisolante apparente R’w, l’isolamento acustico standardizzato di facciata D2m,nT,w, ed il livello del rumore da calpestio normalizzato L’nw.
Il decreto determina inoltre i requisiti acustici delle sorgenti interne degli edifici, quali caldaie, autoclavi (a funzionamento continuo, LAeq) o scarichi, rubinetti, ascensori (a funzionamento discontinuo, LASmax).
I limiti riportati nel decreto sono quelli misurati in opera e quindi i dati di laboratorio o di calcolo debbono essere opportunamente corretti per tenere conto delle reali prestazioni in opera dei componenti, dell’effetto dei percorsi laterali e dell’accuratezza della posa.
Molte Regioni hanno provveduto a emanare proprie leggi per dare pratica attuazione alla L.447/95. Segnaliamo:
Legge Regionale Liguria N.12 del 20/03/1998: “Norme in materia di inquinamento acustico”
Legge Regionale Toscana N.89 del 01/12/1998: “Norme in materia di inquinamento acustico”
Legge Regionale Veneto N.21 del 10/05/1999: “Norme in materia di inquinamento acustico”
Legge Regionale Piemonte N.52 del 20/10/2000: “Disposizioni per la tutela dell’ambiente in materia di inquinamento acustico”
Legge Regionale Emilia Romagna N.15 del 09/05/2001: “Norme in materia di inquinamento acustico”
Legge Regionale Lazio N.18 del 03/08/2001: “Disposizioni in materia di inquinamento acustico per la pianificazione ed il risanamento del territorio”
Legge Regionale Lombardia N.13 del 10/08/2001: “Norme in materia di inquinamento acustico”
Legge Regionale Marche N.28 del 14/11/2001: “Norme per la tutela dell’ambiente esterno e dell’ambiente abitativo dall’inquinamento acustico nella Regione Marche”
Legge Regionale Puglia N.3 del 12/02/2002: “Norme di indirizzo per il contenimento e la riduzione dell’inquinamento acustico”
Legge Regionale Umbria N.8 del 06/06/2002: “Norme per il contenimento e la riduzione dell’inquinamento acustico”
Il D.P.C.M. 5 Dicembre 1997 “Requisiti acustici passivi degli edifici” suddivide gli ambienti abitativi in sei categorie e per ciascuna di esse indica i valori limite dei requisiti acustici passivi dei componenti degli edifici e delle sorgenti sonore interne:
Tipo di edificio | R’w | D2m,nT,w | L’nw | LASmax | LAeq | |
---|---|---|---|---|---|---|
A |
Residenze o assimilabili | 50 | 40 | 63 | 35 | 35 |
B |
Uffici o assimilabili | 50 | 42 | 55 | 35 | 35 |
C |
Alberghi, pensioni o assimilabili | 50 | 40 | 63 | 35 | 35 |
D |
Ospedali, cliniche, case di cura o assimilabili | 55 | 45 | 58 | 35 | 25 |
E |
Attività scolastiche o assimilabili | 50 | 48 | 58 | 35 | 25 |
F |
Attività ricreative e di culto o assimilabili | 50 | 42 | 55 | 35 | 35 |
G |
Attività commerciali o assimilabili | 50 | 42 | 55 | 35 | 35 |
Dove:
R’w = Indice di valutazione del Potere Fonoisolante Apparente
D2m,nT,w = Indice di valutazione dell’Isolamento Acustico Standardizzato di Facciata
L’nw = Indice di valutazione del Livello di Rumore di Calpestio Normalizzato
LASmax = Livello sonoro massimo, per gli impianti a funzionamento discontinuo
LAeq = Livello sonoro equivalente, per gli impianti a funzionamento continuo
Pertanto tra due unità immobiliari distinte l’isolamento acustico (valore in opera) ottenuto dovrà essere non inferiore a 50 dB ad eccezione degli ospedali, cliniche, case di cura o assimilabili, per i quali l’isolamento acustico dovrà essere pari ad almeno 55 dB.
L’isolamento acustico in facciata dovrà essere non inferiore a 40 dB per edifici adibiti a residenza ed alberghi, pensioni o assimilabili, 42 dB per edifici adibiti ad uffici, attività ricreative e di culto, ed attività commerciali, 45 dB negli ospedali, cliniche, case di cura e assimilabili, e 48 dB per gli istituti scolastici.
Acustica – PARETI
Con le pareti Knauf si raggiungono valori di isolamento acustico oltre gli 80 dB in opera. Con le pareti leggere non è più il peso superficiale a determinare il potere fonoisolante ma il funzionamento del sistema massa-aria-massa. L’isolamento si basa su un meccanismo dinamico basato sui principi della risonanza: la parete si può paragonare ad un sistema meccanico costituito da due masse collegate tra loro da una molla che, sottoposto ad un’eccitazione con frequenza pari alla propria, entra in risonanza.
Quando la frequenza principale dell’onda sonora incidente è superiore alla frequenza di risonanza del sistema, l’elasticità della molla d’aria smorza le vibrazioni da una massa all’altra ed il potere fonoisolante ne risulta sensibilmente incrementato.
La frequenza di risonanza è tanto più bassa quanto maggiore è la distanza tra gli strati o quanto maggiore è il peso superficiale dei rivestimenti, con il limite di rimanere nell’ambito delle lastre flessibili.
Quindi per progettare acusticamente una parete leggera occorre tener conto di tre parametri fondamentali:
– Spessore e tipologia di lastre, che possono essere applicate in uno o più strati accoppiati.
– Spessore intercapedine, variabile in funzione del tipo di orditura metallica di sostegno.
Coibentazione interna, utilizzando materassini in lana minerale posti nell’intercapedine tra le lastre in gesso rivestito.
Le pareti Knauf ad orditura metallica e rivestimento permettono di ottenere livelli di isolamento acustico estremamente variabili in funzione della tipologia della parete e, a parità di quest’ultima, del tipo e spessore delle lastre, intercapedine e coibentazione interna.
E’ possibile ottenere valori Rw superiori con pareti a doppia orditura metallica parallela e doppio rivestimento su ciascun lato, capaci di garantire un potere fonoisolante Rw pari a 63/65 dB, con un materassino in lana minerale nell’intercapedine.
Per esigenze particolari, cinema multisala, sale musica e di registrazione, teatri, dove l’isolamento acustico rappresenta il parametro progettuale di primaria importanza, è possibile prevedere speciali pareti a doppia e tripla orditura metallica parallela, con rivestimenti in lastre variamente applicati sulle orditure, capaci di garantire non solo valori di Rw fino a 86 dB ma soprattutto interessanti livelli di Rw distribuiti su tutto lo spettro in frequenza, in particolare alle basse frequenze, le più difficili da isolare.
Tali soluzioni potranno essere poi integrate con strati addizionali, strati differenziati e speciali orditure a taglio acustico.
La stratificazione delle soluzioni tecniche rende il sistema a secco estremamente flessibile, tale da permetterne la personalizzazione a seconda dei requisiti dell’utente e consentirne il futuro adeguamento a disposizioni normative diverse.
E’ opportuno che tutte le caratteristiche richieste siano contemporaneamente esaminate. Infatti in alcuni casi scelte dettate da un potenziamento della resistenza migliorano anche tutte le altre prestazioni (acustiche, REI, etc..), mentre un aumento dello spessore dell’acciaio o una diminuzione degli interassi tra i profili potrebbe portare ad una prestazione acustica inferiore.
Pertanto nel caso di parete a singola orditura metallica sarà consigliabile prevedere la posa di profili verticali posti ad interasse pari a 600 mm e, qualora ciò non fosse possibile, a causa dell’altezza elevata della parete o per la necessità di garantirne una particolare resistenza agli urti (vd. D.M. 18/12/1975 “ Norme tecniche aggiornate relative all’edilizia scolastica, ivi compresi gli indici minimi di funzionalità didattica, edilizia ed urbanistica da osservarsi nella esecuzione di opere di edilizia scolastica”), utilizzare profili metallici a taglio acustico Knauf “dB Plus”, la cui sezione è modificata al fine di ridurre drasticamente il collegamento tra lastra ed orditura: le ali del profilo dB Plus sono corrugate in modo da limitare efficacemente la trasmissione acustica ad un contatto lineare.
Il rivestimento in lastre dovrà prevedere uno o più strati accoppiati. Potranno prevedersi lastre di tipo diverso, lastre standard e lastre ad alta densità (lastre Diamant, lastre Vidiwall in gessofibra, etc..) che, a parità di spessore e flessibilità, siano in grado di apportare un aumento significativo alla massa del rivestimento.
In relazione agli spessori, per limitare la caduta del potere fonoisolante per effetto della coincidenza è consigliabile l’impiego di lastre di diverso spessore, ad es. lastre da 12,5 accoppiate con lastre da 15 mm. Sono inoltre da evitare lastre di grosso spessore, meglio due lastre da 12,5 mm che una lastra unica da 25 mm. Questo perché la frequenza critica di tutti i materiali è inversamente proporzionale al loro spessore e dunque grossi spessori portano la caduta del potere fonoisolante su frequenze pericolose in campo architettonico (2000-4000 Hz).
Definita la tipologia di parete con un adeguato valore del Potere Fonoisolante si tratta di definirne i nodi di collegamento con le strutture adiacenti (pareti ortogonali e solaio sovra e sottostante) al fine di limitare le trasmissioni laterali:
1. Lungo tutto il perimetro della parete sarà necessario prevedere la posa del nastro vinilico mono/bi-adesivo ad elasticità permanente e spessore 3,5 mm, con funzione di taglio acustico, interposto tra l’orditura metallica della parete e le pareti/solai perimetrali.
2. Il collegamento parete – pavimento dovrà prevedere il fissaggio della parete direttamente sul solaio grezzo e la realizzazione successiva del massetto di sottofondo, meglio se di tipo galleggiante. Qualora ciò non fosse possibile e si dovesse procedere prima alla stesa del massetto si consiglia di realizzare comunque un giunto nel massetto in corrispondenza della parete.
3. Similmente il collegamento parete – soffitto dovrà prevedere il fissaggio della parete direttamente al solaio e successivamente il ribassamento con il controsoffitto. Qualora per esigenze impiantistiche sia necessario realizzare prima il controsoffitto continuo e quindi le pareti divisorie si consiglia di interrompere il rivestimento del controsoffitto in corrispondenza della parete.
In ogni caso una particolare attenzione dovrà essere presa affinché serramenti non adeguati, o impianti contenuti nella parete non costituiscano percorsi secondari o ponti acustici in grado di ridurre il livello di isolamento previsto.
Il materiale fonoassorbente nell’intercapedine di una parete consente di ridurre la caduta del potere fonoisolante sia alle frequenze critiche delle lastre che a quella di cavità, dovuta ad onde stazionarie che si formano ad una frequenza incidente uguale o multipla di f=170/d, dove d = spessore dell’intercapedine.
Il materassino fonoassorbente dovrà essere sufficientemente trasparente ai suoni ma dovrà essere in grado di disperdere l’energia mediante la resistenza al flusso.
Come riferimento si potrà prendere una lana minerale di spessore pari all’80% dell’intecapedine e media densità, indicativamente 50 kg/m3.
La presenza di un materassino assorbente è importante anche per impedire la trasmissione tra ambienti sovrapposti attraverso la stessa intercapedine.
Acustica – CONTROPARETI
Il rivestimento di pareti in muratura con lastre in gesso rivestito ed interposizione di pannelli fonoassorbenti in fibra minerale consente di migliorare sensibilmente il potere fonoisolante del tramezzo.
Il miglioramento che questo intervento comporta è legato alla massa della lastra o dell’insieme di lastre impiegato, allo spessore dell’intercapedine ed al tipo di materiale presente nell’intercapedine.
Il funzionamento ottimale si ottiene limitando al minimo le connessioni rigide fra parete e controparete, in modo da evitare ponti acustici: la completa separazione tra i due rappresenta la soluzione ideale.
Acustica – Controsoffitti, soffitti ispezionabili
Quando applichiamo ad un solaio un controsoffitto in gesso rivestito, creiamo un divisorio doppio: ciò equivale a separare la partizione orizzontale in due elementi divisi da una lama d’aria. Tale lama d’aria, compresa tra il solaio e il controsoffitto, assicura tra essi un legame elastico simile ad una molla.
Una installazione efficace dal punto di vista acustico dovrebbe limitare al minimo indispensabile le trasmissioni per via solida tra controsoffitto e solaio, con sospensioni a taglio acustico, e tra controsoffitto e pareti laterali (ponti acustici).
La presenza di un pannello fibroso fonoassorbente fra controsoffitto ed il solaio è fondamentale per evitare la messa in risonanza dei due strati quando essi vibrano con la stessa frequenza ed inoltre limita il funzionamento come cassa di risonanza della cavità.
Il miglioramento che si ottiene dalla posa di un controsoffitto varia in funzione di numerosi parametri, primo tra tutti la massa superficiale del solaio sovrastante, ed a seguire la tipologia del controsoffitto, ovvero massa del rivestimento, intercapedine e tipo di sospensioni.
La norma DIN 4109-11.89, Suppl. 1 Tab. 11, 12, 13 e 15 fornisce il valore stimato R’w per l’isolamento acustico di solai pieni con controsoffitti in lastre di gesso rivestito.
Per ridurre la trasmissione dei rumori d’urto è necessario interrompere la continuità del percorso per via solida delle vibrazioni, ciò può essere fatto con 3 tecniche di intervento:
1. rivestimento del solaio con uno strato smorzante superficiale (moquette, tappeti, pavimenti resilienti)
2. creazione di un taglio acustico fra pavimento e solaio: pavimento galleggiante con interposto un materiale elastico (fibra minerale, gomma, sughero…..) fra il solaio ed il massetto, che può essere in cls tradizionale o a secco (p.es. Sistema Knauf F145)
3. realizzazione di un controsoffitto sull’intradosso del solaio sospeso elasticamente; affinché questo intervento sia efficace oltre che per la parte di vibrazioni che si trasmettono per via aerea anche per la parte trasmessa attraverso le strutture, è necessario rivestire le pareti laterali con contropareti: si realizza così nell’ambiente disturbato una scatola nella scatola costituita dalla muratura.
Ogni materiale in funzione delle sue modalità di assorbimento ha un funzionamento migliore in certe frequenze e peggiore in altre.
Combinando tra loro i vari sistemi si riesce ad ottenere un alto valore del coefficiente di fonoassorbimento su tutte le frequenze.
Le lastre in gesso rivestito liscio si comportano ai fini del fonoassorbimento come pannelli vibranti, con una apprezzabile capacità fonoassorbente alle basse frequenze.
Le lastre Knauf in gesso rivestito forato hanno un funzionamento a risonatore multiplo: con percentuali e tipi di foratura diversi, sono tutte dotate di ottime proprietà fonoassorbenti in spettro di frequenza.
Un controsoffitto o controparete realizzati con lastre forate e con l’interposizione di materiali fibrosi nell’intercapedine richiama tutti e tre i principi di funzionamento dei materiali fonoassorbenti: diversificando i tipi di foratura, gli spessori dell’intercapedine, il tipo e gli spessori dei materiali fibrosi e alternando superfici forate a superfici liscie, è possibile modificare l’assorbimento a tutte le frequenze.
Con una percentuale di foratura compresa tra il 10 – 15% si ottiene il massimo valore di assorbimento acustico nella gamma di frequenza 250, 500, 1000 Hz. Fori di piccole dimensioni e ravvicinati permettono un assorbimento acustico maggiore alle alte frequenze.
La profondità dell’intercapedine interviene come parametro significativo per le altezze di sospensione comprese tra 200 e 500 mm. Aumentando la profondità dell’intercapedine si osserva un miglioramento soprattutto alle basse frequenze, mentre altezze di sospensione superiori a 500 mm non comportano ulteriori vantaggi.
Antincendio Generalità
Con la sigla R.E.I. si definisce la Classe di Resistenza al Fuoco di un componente edile.
Resistenza al Fuoco: < Attitudine di un elemento da costruzione (componente o struttura) a conservare, secondo un programma termico prestabilito e per un tempo determinato, la stabilità “R”, la tenuta”E”, l’isolamento termico “I” >. (def. dal D.M. 30/11/1983)
La Classe di Reazione al Fuoco individua l’attitudine di un materiale ad accendersi quando è innescato da una piccola fiamma a propagare l’incendio quando è in presenza di un forte calore radiante.
Reazione al Fuoco: < Grado di partecipazione di un materiale combustibile al fuoco al quale è sottoposto. In relazione a ciò i materiali sono assegnati alle classi 0, 1, 2, 3, 4, 5 con l’aumentare della partecipazione alla combustione; quelli di classe 0 sono non combustibili >. (def. dal D.M. 26/6/1984)
Non esistono lastre ne’ materiali costruttivi in genere R.E.I., esistono invece lastre in Classe “0” o in Classe “1” di Reazione al Fuoco. Vi sono altresì diverse stratigrafie costituite da lastre in gesso rivestito e struttura metallica (orizzontali o verticali) che hanno requisiti di Resistenza al Fuoco (R.E.I.).
La Classe di Resistenza al Fuoco R.E.I. (suddivisa in Classi per multipli di 15 minuti, in base alla durata delle prestazioni R, RE, REI) richiede che vengano rispettati i requisiti espressi in termini di:
– stabilità R (capacità di un elemento costruttivo, portante o no, di conservare la resistenza meccanica sotto l’azione del fuoco);
– tenuta E (attitudine di un elemento di partizione a non lasciar passare né produrre, se sottoposto all’azione del fuoco su un lato, fiamme, vapori o gas caldi sul lato non esposto);
– isolamento I (attitudine di un elemento costruttivo a ridurre, entro un determinato limite, la trasmissione del calore).
I componenti edilizi come pareti e solai richiedono, in genere, Classe R.E.I., mentre componemti edilizi come travi, pilastri ed elementi strutturali richiedono, in genere, solo la classe R.
Antincendio – Normativa
– Circolare M.I. n. 91 del 14/9/1961: Norme di sicurezza per la protezione al fuoco delle strutture.
– D.M. 16/2/1982, Circ.25 del 9/6/1982, D.P.R. 577 del 29/7/1982, L. 818 del 7/12/1984, D.M. del 8/3/1985: Direttive urgenti ed essenziali di prevenzione incendi.
– D.M. 30/11/1983: Termini e definizioni di prevenzione incendi.
D.M. 26/6/1984: Classificazione dei materiali secondo la reazione al fuoco.
Per determinare la corretta soluzione di Resistenza al Fuoco, posso far riferimento a tre metodi:
– metodo tabellare (tab. 2 – 3 – 4 – 5 della Circ. 91 del 14/9/1961)
– metodo sperimentale (prove al forno in laboratori accreditati dal M.I.)
metodo analitico (soluzioni date da tecnici abilitati dal M.I.)
Il Certificato di Resistenza al Fuoco è un documento che attesta una prova al forno (verifica eseguita in laboratori espressamente autorizzati dal M.I.) di un campione di un elemento costruttivo.
Tale campione è ritenuto rappresentativo degli elementi di effettivo impiego nella costruzione.
Il Certificato rilasciato da un laboratorio autorizzato dal M.I. non ha scadenza e non è soggetto ad omologazione.
Antincendio – PARETI
Con le Soluzioni Tecniche Knauf per pareti posso raggiungere varie Classi di Resistenza al Fuoco: R.E.I. 45, R.E.I. 60, R.E.I. 90, R.E.I. 120 fino a R.E.I. 180.
Posso realizzare una parete in Classe “0” di Reazione al Fuoco utilizzando le lastre in gesso rivestito Fireboard (in Classe “0”) oppure utilizzando le lastre F- Zero (in Classe “0”).
Il certificato di Resistenza al Fuoco può ritenersi ancora pertinente alla realizzazione laddove, restando costante o superiore a quello provato lo spessore delle lastre di rivestimento, gli altri parametri (spessore dell’intercapedine, inerzia dei profili metallici, eventuale coibentazione con lana minerale, …), siano migliorativi ai fini della Resistenza al Fuoco, nella situazione reale rispetto al campione sottoposto a prova.
Antincendio – CONTROPARETI
Il comportamento al fuoco delle murature varia in relazione alla natura (pietra, laterizio, cemento cellulare, …) e alla tipologia (blocchi pieni, forati, …) dei componenti.
La resistenza la fuoco delle strutture murarie dipende principalmente dallo spessore e dall’altezza della parete.
Con le Soluzioni Tecniche Knauf posso raggiungere varie Classi di Resistenza al Fuoco: R.E.I. 30, R.E.I. 45, R.E.I. 60, R.E.I. 90, R.E.I. 120, R.E.I. 120 (setto autoportante W625), R.E.I. 180.
Antincendio – CONTROSOFFITTI
Le Soluzioni Tecniche Knauf per controsoffitti consentono di arrivare ad una Classe di Resistenza al Fuoco R.E.I. 180.
In genere i controsoffitti non sono R.E.I. “da soli”, poiché garantiscono di rispettare i diversi requisiti mediante la “collaborazione” con il solaio sovrastante. I rapporti di prova (certificati) rilasciati dai laboratori competenti indicano la corretta composizione del “pacchetto” (di norma: solaio + controsoffitto ribassato) con il quale si raggiunge una certa classe REI.
Esistono altresì delle Soluzioni Tecniche Knauf certificate (Soffitto autoportante R.E.I. 120 e Soffitto a membrana R.E.I. 90 e R.E.120) che garantiscono Classi di Resistenza al Fuoco in modo “autonomo” (soffitti a membrana), in quanto le termocoppie sono posizionate all’intradosso delle lastre del controsoffitto e pertanto la prova misura la resistenza al fuoco dello stesso, senza la collaborazione di solai.
Posso realizzare un controsoffitto in Classe “0” di Reazione al Fuoco utilizzando lastre in gesso rivestito Fireboard (in Classe “0”) oppure utilizzando le lastre F-Zero (in Classe “0”).
Igrotermia – Generalità
Le pareti leggere realizzate con sistema a secco Knauf si caratterizzano come pareti non omogenee. Essendo la Trasmittanza termica l’inverso della Resistenza termica totale della struttura, che è la sommatoria delle resistenze termiche dei singoli strati, con le pareti leggere Knauf si possono pertanto ottenere dei valori molto bassi di Trasmittanza termica, in virtù dello spessore di materiale isolante che gli intercapedini di queste pareti possono contenere. Vedi in proposito la scheda tecnica Knauf W11.
Il gesso dal punto di vista igrometrico si comporta come un “polmone”: assorbe l’umidità in eccesso nell’aria e la rilascia quando l’aria stessa è troppo secca. Tuttavia, per la finitura degli ambienti soggetti ad elevati tassi di umidità, si possono impiegare le Idrolastre® GKI (H) Knauf che sono realizzate per di resistere alle situazioni più gravose in locali con elevati picchi di umidità, come bagni e cucine, senza subire alterazioni ne’ deformazioni.
Knauf ha sviluppato diverse soluzioni di pareti, contropareti e controsoffitti per ambienti umidi. In ambienti dove l’umidità raggiunge elevati picchi riportandosi poi in situazioni di normalità, si possono impiegare le lastre in gesso rivestito Idrolastre® GKI (H) Knauf con trattamenti impermeabilizzanti e consolidanti delle superfici.
Laddove il tasso di umidità dovesse mantenersi elevato e costante per tempi abbastanza lunghi (bagni turchi, locali doccia nelle palestre etc. ), si possono realizzare i manufatti di cui sopra con lastre in cemento rinforzato Knauf Aquapanel® con apposito trattamento delle giunzioni e della superficie.
Per ridurre il rischio di formazione della condensa bisogna ridurre i ponti termici. I sistemi a secco possono essere impiegati per rivestire in esterno, con l’ausilio di materiali isolanti, le strutture dell’edificio. Con il Sistema Aquapanel è possibile anche realizzare soluzioni a cappotto, che offrono anche una superficie meccanicamente molto resistente.
Con i sistemi di rivestimento (contropareti) Knauf è possibile inoltre, intervenendo dall’interno, aumentare l’isolamento termico di pareti esterne per innalzare la temperatura superficiale delle pareti interne e scongiurare il rischio di condense e muffe.
Sistema Aquapanel – Generalità
Con il Sistema Aquapanel® Outdoor è possibile realizzare in esterno praticamente tutto ciò che viene realizzato in interno con i sistemi a secco: pareti, contropareti con e senza coibentazione, controsoffitti, rivestimenti di canne fumarie e tubazioni in genere. Inoltre è possibile creare velette e cornicioni ed è di facile impiego per riqualificare facciate esterne, potendo sagomare e curvare le lastre in cemento rinforzato Aquapanel.
Con il Sistema Aquapanel® Indoor è possibile realizzare pareti, contropareti, controsoffitti etc. nelle situazioni estreme di umidità, cioè ambienti con tasso di umidità elevato e che si mantiene tale per lungo tempo. Sfruttando la resistenza meccanica delle lastre in cemento Aquapanel Indoor e la semplicità di giunzione dei bordi, è possibile l’utilizzo di queste lastre per costruire anche dei piani di lavoro come i top delle cucine.
Le lastre Aquapanel Outdoor devono essere rasate con lo stucco a base cementizia che fa parte del Sistema Aquapanel (Exterior Basecoat). Sulla rasatura si può applicare direttamente la pittura. Nel sistema Indoor, in alternativa, si può incollare un rivestimento ceramico sulla lastra dopo una mano di Primer per lastre Aquapanel.
Con il Sistema Aquapanel sono state sviluppate soluzioni di facciate ventilate a giunto chiuso, con superfici rasate e finite a intonaco civile che possono ricevere una tinta per esterni. Il sistema si compone di profili metallici Knauf, ai quali si avvitano le lastre Aquapanel Outdoor, che vengono poi stuccate e rasate inserendo dei giunti di dilatazione opportunamente dimensionati (Vedi scheda tecnica Sistema Aquapanel).
Il Sistema Aquapanel offre la possibilità di realizzare pareti di tamponamento con ottimi valori di coibentazione termica e con importanti valori di isolamento acustico, riducendo al minimo i ponti termici ed acustici: questo grazie ad una struttura metallica con doppia orditura e intercapedini, che possono ospitare consistenti spessori di materiale isolante, oltre che alloggiare installazioni mpiantistiche (per specifiche dei materiali e caratteristiche dimensionali vedi scheda tecnica Sistema Aquapanel).
Le lastre in cemento rinforzato Aquapanel, nate per essere complementari alle lastre in gesso rivestito, si presentano comunque come un sistema molto versatile: sono impiegate ad esempio per rivestimenti di gallerie e sottopassi stradali, idonee ad impieghi…”universali”.